
Mentre cerco di rimettere insieme i pezzi e i pensieri di tutta l’evoluzione del nostro viaggio dal primo giorno ad oggi, sono qui seduta sulla sedia, nel patio del nostro lodge sul lago di Dülmen, nel Münsterland, è ovviamente notte, come quasi tutte le volte che riesco a prendermi del tempo per me, perché i bimbi finalmente dormono, e come sfondo ci sono le anatre che litigano a pochi passi da me, sulla riva, domani lasceremo questo luogo, dopo 6 notti passate qui, e mi mancherà, nonostante il freddo e la pioggia, ma su questo farò un articolo a parte.
Non ho più aggiornato il Blog, dal 13 Luglio che siamo partiti ad oggi, è successo davvero di tutto, ho aggiornato il più possibile i nostri canali social, fb e Instagram, sono imperdonabile, lo so, non è stato semplicissimo per me gestire tutto, h24 sempre tutti insieme, ma voglio porre rimedio a partire da adesso.
Mettetevi comodi perché la storia è un po’ lunga…
Ormai circa un mese e mezzo fa abbiamo lasciato la nostra città, carichi di speranza, con i biglietti del treno più importante della nostra vita in tasca, quel treno che con le nostre bici, stracariche, ci avrebbe dovuto condurre alla nostra prima tappa di viaggio: Zurigo…Quella mattina arrivati a Milano il nostro primo cambio, noi eravamo lì, pronti a a salire su, peccato che per noi sia stato impossile farlo…Vi starete chiedendo perché?!?La stessa domanda, l’abbiamo posta quel giorno al capotreno, la risposta è stata che non c’erano gli spazi riservati per le nostre bici, andavano prenotati e il personale trenitalia, che mesi prima ci aveva venduto quella corsa non sapeva probabilmente questo piccolo dettaglio, (noi avevamo, ovviamente chiesto più volte perché non ci avessero fatto il biglietto per le bici e la risposta era stata chiara: loro sostenevano di non poterlo emettere, ripetevano che lo avrebbero fatto sul momento quelli delle ferrovie svizzere 🤔) …Inoltre, altro piccolo particolare: col nostro carrellino gemellare e le bici da trekking carichissime, quella mattina noi ci siamo resi conto che sarebbe stato comunque impensabile prendere quell’intercity dalle portine strette strette e dai gradini alti alti all’ingresso, ma anche questo non era stato contemplato dal personale delle nostre ferrovie, nonostante la nostra accurata descrizione dei carichi.

Quindi con il treno della vita che partiva senza di noi, Edo (il nostro bimbo più grande) in lacrime😪, che fare? Ho raggiunto la biglietteria per chiedere spiegazioni, a Milano centrale in un caldo sabato estivo. Dopo un’ora di coda, con Jacopo in groppa, mi sono sentita dire che noi carichi così, col il carrellino potevamo prendere solo dei treni regionali, e che per arrivare a Zurigo ne avremmo dovuti cambiare almeno 2 o 3.
Quindi, anche se in ritardo, a Zurigo ci siamo arrivati, rifacendo i biglietti, buttando letteralmente quelli vecchi (erano non rimborsabili) .

Dopo Zurigo siamo arrivati a Flawil, da Tom e Ursula, che ci hanno ospitati nel giardino di casa loro, facendoci montare la tenda.
Dopo Flawil in Svizzera abbiamo fatto il nostro ingresso in Germania, a Costanza, dove ci siamo fermati qualche giorno in un fantastico campeggio sul lago.

Dopo quella tappa la successiva doveva essere Freiburg, per attraversare la foresta nera, quello spostamento ci ha fatto prendere coscienza del fatto che con i treni non saremmo potuti andare avanti molto, 8almeno non serenamente.
A Costanza abbiamo scoperto che non esisteva nessun regionale [per noi e i nostri ingombri] che ci portasse da Costanza a Freiburg, solo intercity, quelli con la porta stretta e i super gradini, ricordate?! Nonostante la delusione, abbiamo deciso di provare ad andare avanti, saltando, con immenso rammarico la foresta nera, stravolgendo tutto il nostro itinerario studiato e pensato da mesi, ma volevamo provarci fino in fondo.
Così ci siamo trovati a fare tappa in luoghi di cui poco ci importava, (tipo Singen, dove siamo finiti in una specie di interporto a dormire una sera), passaggi obbligati per tentare di salire pian piano verso nord, spesso micro tappe dettate dai regionali che le ferrovie tedesche mettevano a disposizione, finendo in stazioni minuscole, a volte senza ascensori con cui poter caricare le bici per cambiare binario, dovendo portare a mano tutto su e giù per le scale, perdendo spesso il treno successivo, perché quel cambio binario, per spostarci tutti, non ci faceva quasi mai arrivare in tempo alla coincidenza, perdendo così ore e ore in stazione con i bimbi annoiati e noi stremati…Non era così che doveva andare, non era possibile andare avanti così…
Arrivati a Stoccarda, per caso, abbiamo iniziato a pensare ad una soluzione alternativa. L’unica che ci ha convinti è stata quella di trovare un modo per recuperare la nostra auto in Italia. Ma non potevamo tornare indietro con le bici e rifare tutto il percorso inverso, quindi dovevamo trovare un modo per lasciare le bici a Stoccarda e l’abbiamo trovato subito!!!!
Una splendida famiglia italiana, residente lì vicino, ha risposto al nostro appello e nel modo più economico possibile siamo tornati indietro, abbiamo montato il porta bici sull’auto e siamo ripartiti…
So che può sembrare una cosa folle, ma era davvero la cosa migliore da fare per noi in quel momento.
Prima di tornare a prendere le bici, dai nostri nuovi amici, abbiamo fatto il tanto atteso tour della foresta nera, facendo tesoro di uno scambio casa vicino Freiburg, anche su questa parte farò un articolo dedicato, promesso!
Quindi, tirando le somme, probabilmente se fin dall’inizio avessimo avuto le informazioni giuste sui treni, sul fatto che la nostra unica speranza sarebbero stati i regionali, avremmo provato a creare un itinerario diverso, basato su questo tipo di spostamenti, gli unici possibili per noi e la nostra situazione attuale (a pedalare siamo solo 3 su 5 al momento😅). Oppure avremmo escluso da subito il treno come mezzo e saremmo partiti con l’auto, ma così non avremmo mai conosciuto i nostri nuovi amici di Rutesheim, quindi: doveva semplicemente andare così, è stata una bellissima esperienza comunque.
Noi sosteniamo che si può tranquillamente fare, noi siamo ufficialmente andati in 5 con 3 bici e un carrellino da Torino a Stoccarda con la sola forza delle nostre gambe. Quindi tutto è assolutamente possibile!!!😜Il nostro consiglio è sempre quello di buttarsi anima e corpo nelle nuove esperienze, anche nei progetti che apparentemente possono sembrare i più folli, anche nelle avversità, che non mancheranno, ovvio, ci sarà sempre e comunque qualcosa di buono e arricchente ad attendervi.
Seguiranno gli articoli su ogni avventura, suddivisa per paese, lo prometto.
Per ora è tutto, vado a nanna e come sempre viva la vita, l’amore e le famiglie in viaggio 🥰E buon viaggio qualsiasi sia il vostro!