L’addio alla plastica monouso: normativa,implicazioni e alternative (terza parte)
Categorie Ecologia e Sostenibilità
Ben ritrovati da parte di @fiveinwonderland: come ormai tutti i giovedì siamo qui per il nostro appuntamento con l’informazione. Oggi in particolare concluderemo l’argomento trattato nelle ultime due settimane, ovvero la plastica monouso, portando all’attenzione dei lettori alcuni dei prodotti, che già si trovano sul mercato, che possono sostituire i classici usa e getta in plastica tanto inquinanti e contro i quali ormai a livello globale si sta facendo una decisa lotta per limitarne la produzione e l’utilizzo.
Tra i prodotti che prenderemo in considerazione ce ne saranno alcuni utilizzabili in cucina e altri in bagno o per l’igiene personale, ci saranno prodotti riutilizzabili e prodotti sempre usa e getta ma compostabili o biodegradabili al 100%. La scelta disponibile oggi è ormai abbastanza considerevole, sta poi al singolo consumatore scegliere quello più idoneo alle sue necessità e al suo gusto personale.
Ma iniziamo con la nostra carrellata senza indugiare oltre.
- IN CUCINA
– Il PLA: l’abbreviazione sta per acido polilattico (polylactid acid), ed è un materiale che deriva dalla trasformazione degli zuccheri presenti nella canna da zucchero, nella barbabietola o nel mais. Si tratta di una bioplastica, in quanto è prodotto utilizzando materiali naturali e rinnovabili non derivati dal petrolio, come invece lo è la plastica che comunemente conosciamo. E’ biodegradabile e compostabile: si degrada rapidamente una volta raggiunte determinate condizioni di temperatura e umidità, se bruciato non rilascia metalli pesanti e se erroneamente disperso in mare, una volta ridotto in microplastiche, non è tossico né per i pesci né per gli umani. Ovviamente non va riciclato insieme alla plastica ma messo nell’umido. É caratterizzato da un’elevata trasparenza e da un’ottima resistenza, e come utilizzo è consigliato nel trasporto e nella conservazione degli alimenti.
– La BAGASSA: è uno scarto della lavorazione della canna da zucchero, rimane simile al cartone come consistenza, ed è molto resistente. É totalmente biodegradabile e compostabile e non comporta l’abbattimento di alberi per la produzione. É utilizzata in particolare per il packaging alimentare e per la produzione di stoviglie usa e getta come piatti, bicchieri e posate. Molto utilizzata nei paesi asiatici e del Sud America già da qualche anno, ultimamente sta iniziando a diffondersi anche nei paesi occidentali.
– Il BEEWRAP: non è altro che un tessuto imbevuto in cera naturale, solitamente cera d’api. Viene venduto in ritagli di diverse misure o in rotoli, da ritagliare poi a seconda delle proprie esigenze. É modellabile, quindi possiamo usarlo per avvolgere un frutto o una verdura avanzata o un contenitore con degli avanzi di cibo. Sostituisce quindi la classica pellicola trasparente usa e getta: è ecologico ed essendo ricoperto di cera si incolla alle superfici decisamente meglio del 99% delle pellicole normali in commercio. Una volta finito l’utilizzo si lava con acqua, non calda, si fa asciugare, sempre lontano da fonti di calore, e si riutilizza innumerevoli volte, almeno fino ad un anno dal primo utilizzo.


– Le SPAZZOLE IN FIBRA DI COCCO: sono pagliette che possono essere usate sia in cucina, per padelle e piatti (anche sulle pentole antiaderenti in quanto non graffiano), ma anche in bagno per la pulizia dei sanitari. La fibra di cocco è un materiale antibatterico e privo di sostanze cancerogene, biodegradabile al 100% e molto duraturo. Essendo plastic-free non abbiamo problemi di inquinamento derivato dagli scarichi del lavandino.
- IN BAGNO E PER L’IGIENE PERSONALE
Gli ORICULI: sono dei bastoncini ecologici che rimpiazzano i famosi cotton fioc usa e getta. Negli ultimi anni sono sempre più diffuse le alternative ecologiche dei classici cotton fiocc in plastica, ma sono comunque oggetti usa e getta. L’oriculi invece si riutilizza pressochè all’infinito: solitamente è realizzato in bioplastica ricavata dall’olio di ricino, coltura che necessità tra l’altro di pochissima acqua, essendo così duraturo consente anche un notevole risparmio economico ed è funzionale avendo una delle estremità a forma di piccolo cucchiaio. Si lava con acqua calda e sapone neutro.
ASSORBENTILAVABILI: sono prodotti con tessuti naturali, sono lavabili a mano o in lavatrice. Possono essere di due tipi, all-in-one, ovvero composti da un unico pezzo con all’esterno un tessuto impermeabile e all’interno una serie di strati di cotone o flanella o altre fibre naturali, oppure possono essere componibili, quindi hanno una tasca dove all’interno si inserisce uno strato di tessuto. Se consideriamo la durabilità di questi prodotti, è facilmente calcolabile quanti assorbenti usa e getta classici possiamo evitare di usare e rischiare di disperdere in natura.
Gli SPAZZOLINI: per sostituire i classici spazzolini con manico in plastica e setole di nylon, assolutamente non riciclabili, l’opzione migliore è utilizzare quelli realizzati totalmente in bambù (anche le setole) che sono 100% compostabili. Il bambù, inoltre, è un materiale ecologico incredibile, perchè si auto-rigenera dalle proprie radici.
I PANNOLINI: noi avendo 3 figli abbiamo molta esperienza in merito e siamo particolarmente sensibili all’argomento. Non sono esattamente prodotti da bagno, ma diciamo che possono essere considerati prodotti per l’igiene dei neonati. Voi sapevate che dalla nascita allo spannolinamento un bimbo utilizza circa 5000 pannolini, che equivalgono all’incirca a 1800 euro di spesa per i genitori.
I classici usa e getta contengono tantissime sostanze nocive oltre ad una buona quantità di plastica tra adesivi ed involucro esterno (più o meno a seconda del modello), a livello ambientale rappresentano un vero problema, perchè una volta raggiunta la discarica impiegano fino a 450 anni per decomporsi e sono causa di contaminazione del suolo e delle falde acquifere ovviamente. Non possiamo far finta di niente e continuare ad usarli, anche per la salute dei nostri bambini, perchè le suddette sostanze nocive stanno a contatto ogni giorno con la pelle dei nostri bambini, dalla nascita, per ben quasi 3 anni della loro vita.
Alternative ecologiche: il ritorno al vecchio ciripà, quelli che usavano le nostre nonne.
I pannolini lavabili e riutilizzabili, di ultima generazione sono di tantissime marche e tipologie, vi consigliamo di provarne di diversi tipi, magari iniziando da un noleggio in una pannolinoteca, (avete capito bene, esistono delle professioniste, colleghe di Deb che, oltre alle fasce porta bebè, noleggiano anche i pannolini lavabili), in questo modo potrete capire quali modelli rispondono meglio alle vostre esigenze. Li acquisterete una sola volta e un set di pannolini che ci permetta di fare tutto il percorso è tra i 400/500 euro (comunque molto meno degli usa e getta tradizionali).
Al momento noi li stiamo ancora utilizzando con Jacopo, anche se siamo quasi a fine percorso. (Noi li abbiamo acquistati quando è nata la nostra seconda bambina Greta nel 2015).
I pannolini usa e getta ma in fibre vegetali (la cellulosa proviene da foreste gestite in maniera responsabile), lo strato esterno solitamente è fatto di bioplastiche derivanti dal mais, hanno delle certificazioni che tutelano la salute dei nostri figli e sono biodegradabili, ciò significa che si decomporranno in pochi mesi.
Noi li teniamo per le emergenze e li alterniamo da sempre a quelli lavabili, senza dubbio è una soluzione meno economica (rispetto agli usa e getta tradizionali), ma più rispettosa della pelle dei nostri figli e chiaramente dell’ambiente.
Questi sono solo alcuni esempi di prodotti con cui possiamo sostituire i classici usa e getta di plastica che riempiono le nostre case da anni e che purtroppo sono così dannosi per l’ambiente, ma ce ne sono moltissimi di cui non abbiamo parlato qui oggi, e ce ne sono anche altrettanti che non vanno a sostituire prodotti in plastica ma comunque sono una valida alternativa in quanto non contengono sostanze nocive o che non sono sostenibili considerando i materiali di origine dai quali vengono realizzati.
Inoltre, molte delle alternative sono anche più economiche: alcuni prodotti infatti si possono riutilizzare per anni, altri quasi all’infinito, e a fronte di una spesa magari leggermente superiore in fase di acquisto, è innegabile che sul lungo periodo siano imbattibili anche dal punto di vista del portafoglio, e questo non è da sottovalutare visto il periodo di recessione che stiamo attraversando.
Vorrei però concludere con una raccomandazione, che ai più potrà sembrare scontata ma che è doverosa: se capitasse casualmente o erroneamente di disperdere una di queste eco alternative senza riporlo nel bidone di competenza, il danno non sarebbe nemmeno lontanamente paragonabile a quello che può causare l’abbandono di un oggetto di plastica comune, chiaramente nessuno di questi prodotti va comunque abbandonato in natura o per strada di proposito, non è certo un invito a farlo, cerchiamo di adottare sempre comportamenti responsabili, anche se i prodotti che utilizziamo fossero biodegradabili o compostabili.
Bene, arrivati a questo punto possiamo considerare concluso il discorso sulla plastica monouso: l’abbiamo affrontata a 360 gradi e siamo arrivati alla conclusione che al giorno d’oggi, con o senza le regolamentazioni che ci vengono giustamente imposte dai governi o dalle nostre comunità di appartenenza, possiamo fare tutti la nostra parte per rendere il nostro pianeta un posto migliore, meno inquinato, più vivibile e ponendo al centro il benessere nostro e degli ecosistemi che ci circondano.
Da @fiveinwonderland un caloroso abbraccio e vi rimandiamo alla prossima settimana per un nuovo appuntamento con l’informazione.
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Fabrìs @fiveinwonderland